SCRIVERE LA VERITÀ NON È PER NIENTE OVVIO
Chi si occupa di copywriting di solito scrive storie di prodotto e di impresa, più che di questioni politiche e sociali, ma comunque, chi scrive, deve essere consapevole del fatto che:
la scrittura è uno strumento di comunicazione potente, un’arma.
Chi scrive, quindi, deve conoscere a fondo quest’arma a doppio taglio, deve studiare, non solo manuali di marketing, o di scrittura persuasiva, creativa, e bla bla, ma anche, e soprattutto, i grandi pilastri, quelli che hanno fatto la storia della letteratura, ma anche della scrittura, quelli che ti insegnano a maneggiare le parole in modo efficace, ma anche etico.
Bertold Brecht, in un momento particolarmente complesso sotto il profilo sociale e politico, scrisse in diversi contesti, e sotto diverse forme letterarie, le sue opinioni riguardo al ruolo di chi scrive, ma fece anche di più, diede delle indicazioni molto precise.
Nel 1935 scrisse: le “Cinque difficolta per chi scrive la verità”.
Riporto qui di seguito il primo punto che riguarda il coraggio di scrivere la verità:
Sembra cosa ovvia che colui che scrive scriva la verità,
vale a dire che non la soffochi o la taccia e non dica cose non vere.
Che non si pieghi dinanzi ai potenti e non inganni i deboli.
Certo, è assai difficile non piegarsi dinanzi ai potenti
ed è assai vantaggioso ingannare i deboli.
Dispiacere ai possidenti significa rinunciare al possesso.
Rinunciare ad essere pagati per il lavoro prestato può voler dire rinunciare al lavoro
e rifiutare la fama presso i potenti significa spesso rinunciare ad ogni fama.
Per farlo, ci vuole coraggio.
Bertold Brecht. 1935
Delle indicazioni lasciateci da Bertold Brecht deve tener conto anche chi si occupa di copywriting, chi scrive di allarmi, di creme o di mobili da ufficio, perché la verità serve sempre e ovunque.
Coraggio!
Scriviamo quindi con coraggio, con intelligenza, usando tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, studiamo le parole più ricercate, le keyword correlate, scriviamo titoli parlanti, usiamo immagini evocative, ma sempre e solo usando la verità, perché le bugie hanno le gambe corte e le recensioni corrono veloci.
Che la poesia odiasse le parole inutili era Ezra Pound a dirlo, un uomo che, oltre ad essere tra i più grandi poeti del ‘900, era anche un esperto di economia. “Non puoi fare una buona economia con una cattiva etica” diceva. E non puoi fare neanche una buona comunicazione con una scrittura fuorviante, dico io!
I nostri clienti non hanno bisogno di dichiararsi “leader del mercato”, né di dare un “Servizio a 360° gradi”, i nostri clienti devono semplicemente far bene il loro lavoro e noi dobbiamo semplicemente fare in modo di comunicarlo nel modo più chiaro e semplice, con strumenti SEO, e siti ben ottimizzati!
Come ho già detto serve prima di tutto coraggio, il coraggio di non farsi bastare le formule standard, il coraggio di investire tempo e fatica per intervistare in modo approfondito i propri clienti, il coraggio di uscire dagli schemi umanistici (uscire, non abbandonare) e aprirsi anche all’analisi dei dati, dei numeri, dei volumi di ricerca delle keyword correlate, di apire le potenzialità delle Keyword Difficulty e delle key opportunity.
Per quanto mi riguarda serve studiare i grandi, i più bravi, servono i manuali grossi di SEO, ma serve anche la linfa vitale della scrittura, quindi i grandi scrittori, ecco perché oggi scrivo qui quello che studio io quando non studio libri di SEO COPYWRITING:
No, non è una lista in ordine di importanza, ma a dire al verità, il mio preferito è sicuramente l’ABC del leggere di Ezra Pound, il più asciutto, tecnico e filologicamente simil SEO.
Chiudo quindi con una breve citazione presa appunto da questo testo:
“il metodo più conveniente allo studio della poesia e delle buone lettere è lo stesso del biologo contemporaneo: attenta e diretta osservazione dell’oggetto, e continuo RAFFRONTO tra vetrini o campioni”